EMERGENZA FREDDO: VINCA L’UMANITA’

L’emergenza freddo, anche quest’anno, mette alla prova l’amministrazione comunale che si trova a confrontarsi da una parte con la scarsità dei posti disponibili, rispetto alle reali esigenze, e dall’altra con posizioni ideologiche che spingono ad applicare norme sempre più disumane.

A Verona lo scorso inverno è morta di freddo una persona e almeno altre dieci sono state ricoverate per assideramento.

L’amministrazione comunale, in questi giorni, ha dichiarato di aver portato a 204 i posti letto, dei quali 83 di accoglienza straordinaria, e di aver stanziato 106 mila euro. Sicuramente è un dato positivo. Se si considera, però, che molti dei posti letto sono ubicati lontano dal centro il rischio è quello di non riuscire a dare risposte concrete e garantire un luogo confortevole e caldo a chi non riesce ad arrivare in strutture così decentrate.

Riteniamo che sia da rivedere il regolamento per accedere a un posto in regime di accoglienza nelle strutture, in quanto spesso accade che a determinarne la fruibilità siano norme dettate più dall’isteria del decoro che da un atteggiamento inclusivo. In particolare chiediamo di superare la norma vessatoria che impone che possa essere accordata ospitalità nei dormitori comunali solo a chi sia in possesso di documenti, che anche le coppie possano essere ospitate senza venire divise e, infine, che siano individuati alcuni posti riservati alle persone con animali in modo che sia loro possibile tenerli con sé. Infine, l’orario di apertura e chiusura dei dormitori deve essere modificato ampliando gli orari di ingresso e uscita, per garantire un’accoglienza rispettosa di tempi più umani.

Qualora, nonostante l’emergenza, le persone senza dimora non potessero o non volessero accedere ai dormitori riteniamo che vada difesa la loro dignità, l’incolumità, la loro vita e la libertà delle loro scelte. Una città che chiude tutti i luoghi e gli spazi nei quali le persone, tutte, possono fermarsi, ripararsi e riposare è una città che si mostra ostile non solo verso chi non ha una casa ma verso tutte e tutti.

Chiediamo che vengano temporaneamente aperte strutture informali in centro città come la stazione ferroviaria oppure strutture Agec/Ater, palestre, porticati, androni di palazzi, cortili o altri luoghi riparati che possano consentire alle persone, anche insieme ai propri animali, di ripararsi dal freddo intenso. Per questo riteniamo sia indispensabile garantir loro coperte e cibo caldo.

In questa ottica chiediamo all’amministrazione di applicare una moratoria dell’applicazione di ordinanze insensate, ancora in vigore, che danno la facoltà alle forze di polizia locale di sequestrare coperte e giacigli di fortuna di chi trovano a dormire in centro e di comminare agli stessi, ai sensi del recentissimo decreto sicurezza, il daspo urbano. Consideriamo questi comportamenti come vere e proprie violazioni dei diritti umani e civili dei senza dimora, cui non vorremmo più dover assistere. La moratoria di queste sanzioni, sarebbe un gesto di vera apertura.

Il decoro di una città è fatto di gesti umani, civili e responsabili e non di vergognosi tentativi di cancellare presenze scomode solo perché povere e senza una casa.

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