TIBERGHIEN, SOLUZIONE BLINDATA

L’amministrazione si avvia a risolvere a modo suo la riqualificazione del Tiberghien: non appena arriva il soggetto dotato di un pacco di soldi il confronto viene interrotto e le previsioni urbanistiche stravolte per esaudire i desideri del nuovo padrone, con tanti saluti ai cittadini che avevano creduto nella possibilità di incidere sulle scelte.
Come è sempre accaduto, anche il rispetto dei vincoli preordinati viene fatto passare come una benevola concessione del nuovo Signore. La tanto sbandierata fascia verde lungo viale Unità d’Italia era in realtà già prevista dal PAQE fin dal 2006. Per quanto riguarda la possibilità di saturare gli spazi, la Regione nel PAQE aveva stabilito un indice massimo del 75% che non rappresenta un obbligo, ma solo un limite da non superare. Quello che manca all’appello è un’idea di sviluppo che l’amministrazione dovrebbe governare. Sboarina e soci si limitano invece a sostituire (e solo in parte, dato che il limite di 6 mila metri quadri verrà certamente sforato) il commerciale con il ricettivo per il semplice motivo che in questo periodo il comparto “tira” di più. Anomalo anche che il nuovo piano-progetto entri in modo piuttosto rocambolesco, con un’osservazione alla Variante 23 che stravolge il senso della scheda norma adottata dal Consiglio Comunale. Infatti, considerate le criticità viabilistiche e ambientali dell’area, buon senso e buona amministrazione richiederebbero l’apertura di un confronto con tutti i cittadini che hanno speso tempo ed impegno per presentare le osservazioni. In questa maniera, invece, la soluzione viene blindata.

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