DASPO URBANO E IL MITO DELLA SICUREZZA

Stiamo assistendo a Verona, e non solo, ad una deriva securitaria oltre ogni limite, che fomentata dalle esternazioni e dalle azioni razziste del ministro Salvini, ricade sulle libertà individuali delle cittadine e dei cittadini in maniera preoccupante.
La proposta di istituire un daspo votata all’unanimità nella commissione sicurezza del Comune di Verona e confermata ieri sera dal voto in Consiglio Comunale è la conferma di questo clima del controllo che porterà inevitabilmente ad ulteriori allontanamenti, sgomberi, tensioni, attacchi unidirezionali alle solite vittime che deturpano un concetto malato ed incivile di decoro urbano più attinente a logiche tipicamente razziste che di diritti umani e di cittadinanza.
Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco ha scelto giustamente dopo aver espresso critiche e perplessità sulla proposta di delibera di non partecipare al voto proprio per rimarcare l’inutilità di provvedimenti che servono solo a “marcare” il territorio.
La proposta parla di allontanamenti dei soggetti indesiderati di 200 metri per 48 ore dal luogo dove creano disturbo … e se trovati ad infrangere quei limiti all’allontamento dalla città dell’amore per almeno 2 anni.
“Immaginiamo già i controlli della polizia locale che passerà le giornate in appostamenti con cordicella metrica e cronometro, visto che questo sarà il suo compito sempre più schiacciato verso il controllo e l’imitazione della polizia di stato, quasi a colmare un complesso di inferiorità.
Non osiamo pensare al momento in cui saranno dotati del taser per poter fare TSO, sgomberi e quant’altro “in sicurezza”. Sempre dalla parte delle cittadine e dei cittadini, certo , quelle e quelli considerati “decorosi”.
Come Verona e Sinistra in Comune siamo preoccupati per questa politica che imposta ogni scelta ed ogni azione nella direzione della salvaguardia della sicurezza dotandosi di strumenti che sviliscono il senso stesso di Comune e si accaniscono con scuse ridicole contro persone povere, che vivono al margine per costrizione o per scelta, o semplicemente si trovano a suonare per strada pensando che , perché no, anche così si possa vivere. Vogliamo veramente costruirci una gabbia di regole stupide e indifendibili sia sul piano umano che su quello concreto pensando di risolvere il tutto con un semplice mettere tutto a taser?

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