BILANCIO DI PREVISIONE DEL COMUNE DI VERONA TRA PROMESSE E REALTA’

ONERI DI URBANIZZAZIONE

Altro che risorse trovate “nelle pieghe del bilancio”! I sei milioni di euro sbandierati dall’assessore Toffali, in piccola parte destinati ad aumentare le spese per la cultura ma che per la maggior parte andranno ad ingrassare le spese correnti della burocrazia comunale, non sono frutto né di risparmi né di una gestione oculata del bilancio. Più semplicemente sono i proventi dei permessi di costruire rilasciati dal Comune in attuazione dei vigenti strumenti urbanistici. Puri e semplici oneri di urbanizzazione che il Comune ha messo in bilancio per un cifra totale di 7 milioni di euro.

Va detto con forza e assoluta chiarezza che si tratta di una pratica pericolosa: usare le entrate in conto capitale per finanziare le spese correnti della burocrazia pubblica fa rivoltare nella tomba i padri della nostra Repubblica che non a caso l’avevano assolutamente vietata. Purtroppo gli ultimi governi hanno assecondato questa tendenza di far cassa col territorio. Ad ogni modo, ho già chiesto una verifica puntuale di come i 6 milioni degli oneri di urbanizzazione verranno impiegati. Da una prima lettura del bilancio sembra infatti che le disposizioni dell’amministrazione non siano rispettose delle previsioni dell’articolo 1 comma 460 della legge di bilancio 2017 (la numero 232 dell’11 dicembre 2016 entrata in vigore il 1° Gennaio 2018).

Insomma, non si alzano le tasse ma si vende il territorio. E’ un po’ come se una famiglia vendesse pezzi della sua casa per pagare il mutuo. Per calare i “freddi numeri” nella realtà di ogni giorno, significa che i sacrifici imposti agli abitanti di Verona Sud, Borgo Venezia, San Michele, Parona e di ogni altro quartiere che abbia dovuto subire negli ultimi anni nuove ed inutili nuove urbanizzazioni a carattere commerciale o residenziale (sacrifici in termini di riduzione di aree verdi, carenza di servizi, aumento del traffico, riduzione della vivibilità…) non andranno a sostenere una logica di sviluppo, ma andranno a coprire le spese dello stipendio del Sindaco, degli assessori, dei consiglieri comunali, dei dirigenti e di tutta la pachidermica macchina comunale.

AZIENDE PARTECIPATE

L’altro prezzo che i cittadini pagheranno con questo bilancio è il proseguimento dell’opera di spolpamento delle aziende comunali che anche quest’anno dovranno “devolvere” al Comune ben 17,9 milioni di euro. Naturalmente la parte del leone la farà ancora Agsm che contribuirà con 13,5 milioni di euro, oltre le due società autostrade (A22 per 2,1 milioni di euro e la A4 con 2,3 milioni), in linea con i precedenti bilanci dell’amministrazione Tosi. Michele Croce, dove sei finito?

OPERE PUBBLICHE

Anche sotto questo aspetto il bilancio è fortemente “drogato” da opere che non si faranno mai. Nel programma triennale delle opere pubbliche sono previste risorse finanziarie per il 2018 pari a euro 537.914.855,00, ma di queste risorse euro 491.812.200,00 sono relative all’apporto di capitali privati per la realizzazione del traforo delle Torricelle (il defunto project). Togliendo questo importo le spese in conto capitale per opere pubbliche si riducono a per il 2018 a poco più di 46 milioni di euro, che diventano 56 nel 2019 per ridiscendere bruscamente a poco meno di 29 milioni di euro nel 2020.

Una nota positiva nelle spese in conto capitale è rappresentata dalla previsione di 27 milioni di euro nel triennio per il recupero e la riqualificazione del complesso dell’Arsenale.

CONCLUSIONI

Bella la campagna elettorale dove si possono fare tutte le promesse che si vogliono, più difficile amministrare avendo a che fare con la dura realtà di un bilancio da presentare.

Un primo segnale è arrivato dalle Circoscrizioni; sette su  otto (nella III è mancato il numero legale) hanno bocciato il primo bilancio di previsione dell’era Sboarina. Per l’assessora Toffali si tratterebbe di un voto politico. Strano, visto che il nuovo movimento di Tosi è schierato per la “carega” con il centro destra. Non sarebbe stato il caso, invece, di aumentare i fondi per le Circoscrizioni (come promesso in campagna elettorale)?

Fintanto che l’amministrazione non si deciderà a mettere le mani sulla macchina comunale (partecipazioni inutili, dirigenti scelti dalla politica, prebende inutili) l’alternativa per fare quadrare i conti sarà sempre tra l’aumentare le tasse o vendere pezzi di territorio. Oppure sperare che i veronesi al volante siano tanto indisciplinati da portare 16,7 milioni di euro nelle casse del Comune attraverso le multe. In tutti i casi si tratta di strategie perdenti.

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