TPL? A PASTORELLO NON IMPORTA UN TUBO

l sottoscritto, che segue le vicende del trasporto pubblico veronese e non solo da più 20 anni, continuerà a studiare, come mi suggeriscono Pastorello e Pressi. Allo stesso tempo, però, chiedo loro di spiegare ai veronesi che cosa hanno fatto per evitare il colossale pasticcio che si sta abbattendo sull’assetto del servizio del trasporto pubblico locale, il quale rischia di venire spezzato in due tronconi non comunicanti.
Pastorello in particolare, che bazzica la Provincia dal 1990 (quasi 30 anni!), potrebbe spiegarci come mai la Provincia di Verona dispone di un Piano di Bacino vecchio di 13 anni, per di più mai approvato dalla Regione Veneto? Colpa dei comunisti?
E che cosa ha impedito al Consigliere delegato Matteo Pressi e all’assessore comunale Luca Zanotto, entrambi leghisti, di parlarsi per trovare una soluzione nell’interesse dei cittadini ai quali conviene che il servizio rimanga sotto un’unica guida? La risposta è molto semplice: a Pastorello e al centrodestra in generale non importa un fico secco del trasporto pubblico locale. Diversamente, non si sarebbero ridotti a mettere a gara il servizio il 31 dicembre, l’ultimo giorno utile, in disaccordo con il Comune di Verona e privi di una pianificazione condivisa con la Regione. Mi vengono dunque i brividi ad ascoltare le rassicurazioni di Pastorello in merito alla preservazione dei posti di lavoro, tanto più che il Presidente sa benissimo che l’ in-house sarebbe stata una soluzione transitoria che non avrebbe comunque assicurato il mantenimento dell’occupazione in tutte le attività collegate svolte dalle imprese satelliti di Atv. Sono il primo a sostenere l’utilità delle clausole di salvaguardia occupazionale, tanto è vero che ho lavorato per farle inserire anche nella delibera del Consiglio comunale, ma chiunque conosca un minimo di diritto del lavoro sa bene che esse non sono eterne, tanto più se alla base dell’operazione non è presente un assetto solido e condiviso.

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