CASO POLATO: LEGALITÀ E TRASPARENZA NON SONO SLOGAN DA CAMPAGNA ELETTORALE

Proprio nel momento in cui, su mia proposta, successivamente condivisa con la giunta, il Comune di Verona si appresta ad aderire alla rete di Avviso Pubblico, l’associazione antimafia che lavora per la legalità e la trasparenza nelle amministrazioni locali, l’assessore comunale alla Sicurezza Daniele Polato viene rinviato a giudizio per falso in atto pubblico. Ironia della sorte o logica conseguenza del predicare bene ma razzolare male? Va detto che non siamo in presenza di uno dei cosiddetti “reati spia” come ad esempio la corruzione, si tratta tuttavia di un fatto grave che non può passare sotto silenzio o senza conseguenze. Il segretario di Forza Nuova Luca Castellini, che a differenza di Polato non ha ritenuto di affrontare il processo per le firme false scegliendo il rito abbreviato, è già stato condannato. Con tutte le garanzie del caso, all’amministrazione Sboarina si pone dunque una grossa questione di coerenza e legalità che deve risolvere immediatamente. Non serve a niente predicare la trasparenza e la legalità per l’intera campagna elettorale e poi dimenticarsene non appena si atterra su una poltrona, come accaduto, tra gli altri, anche a Michele Croce. L’adesione ad un codice etico è una cosa seria, la differenza da marcare rispetto alla passata amministrazione, che di Avviso Pubblico non ha mai voluto nemmeno sentir parlare, non sta solo nell’aderire al codice, ma nel rispettarlo informando dei suoi principi l’intera opera amministrativa.

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