Intolleranza: tanti episodi costituiscono un caso politico

Bene che l’assessore allo Sport Filippo Rando si sia scusato con il cittadino vittima di una discriminazione di fatto, essendogli stato inibito sulla base del colore della pelle l’ingresso all’evento Notte Blues in memoria di Rudy Rotta.

Anche volendo prendere la faccenda per il suo lato più grottesco, essendo il blues musica nera per eccellenza, la scusa delle “incomprensioni” fornita genericamente dai non meglio specificati organizzatori lascia quanto meno l’amaro in bocca perché significa che ancora oggi a Verona nel 2017 si può equivocare su chi può o non può partecipare ad un evento pubblico.

In secondo luogo va detto che tanti episodi di intolleranza ripetuti con una certa frequenza devono far alzare le antenne della politica, e nella nostra città negli ultimissimi mesi non ci siamo fatti mancare nulla: dagli inni ad Adolf Hitler e a Rudolf Hess alla festa della curva sud, al padre di famiglia malmenato sulla pubblica via perché indossava la felpa della squadra rivale.

Si segnala inoltre che, sempre sabato notte, due ragazzi all’uscita di un concerto di musica punk in zona universitaria sono stati aggrediti e picchiati con pugni e cinghiate da un gruppo di militanti di estrema destra.

Tutto questo ci dice che a dispetto delle rassicurazioni politiche, il clima in città non è tra i più sereni e che la tragedia di Tommasoli del 2009 non sta insegnando niente.

L’amministrazione, che nella mozione di condanna ai cori nazisti si è impegnata a monitorare con maggior attenzione quanti beneficiano di patrocini o altre agevolazioni pubbliche, è chiamata a dare un segnale, partendo, se necessario, dall’abc delle regole che impongono che gli eventi pubblici siano aperti a tutti.

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