Sboarina non è un voto utile per la città, Tosi resta una sciagura per Verona (con o senza Pd)

Visto che in troppi si sbizzariscono su presunti accordi tra il sottoscritto e Sboarina, lo dico chiaro e tondo una volta di più: la coalizione di centro destra che fa capo all’ex assessore della prima giunta Tosi Federico Sboarina non è un voto utile per Verona, dunque il sottoscritto, per la prima volta nella sua vita, domenica 25 giugno non andrà a votare per il ballottaggio. Vada come vada, fossi interessato a poltrone e accordicchi sarei rimasto all’interno del Pd e mi sarei silenziato. Il nostro progetto di città è cosa diversa rispetto all’involuzione scelta dal Pd, e si può portare avanti anche da fuori il Consiglio comunale pur soffrendo di pesanti handicap dovuti alla poca trasparenza della macchina amministrativa che filtra e limita fortemente le informazioni che arrivano ai cittadini.

A questo punto è necessario pure spiegare che il consigliere Daniele Polato, col quale mi sentirò libero di pranzare anche in futuro, gode della mia stima sia sotto il profilo umano che per l’impegno profuso nell’esercizio della sua funzione pubblica contro le devastazioni della seconda giunta Tosi. La partecipazione al pranzo (un tagliere di formaggi) del candidato Sindaco Federico Sboarina si spiega col fatto che quella parte politica era interessata ad un mio parere in merito alle questioni urbanistiche di Verona, dove si nasconde il tumore – diagnosticato dalla vicenda Giacino ma non ancora rimosso, come vedremo nei prossimi mesi – che ha peggiorato la città e la qualità di vita dei veronesi negli ultimi 10 anni. Se avessi voluto tenere l’incontro segreto mi sarei incontrato da un’altra parte, in orario diverso e in compagnia di altre persone, magari alle 7 del mattino davanti a casa di Giorlo…

In precedenza avevo fatto gli stessi ragionamenti nell’ufficio privato dell’assessore Gian Arnaldo Caleffi (chissà se lo ha detto a Tosi…). Il fatto che sia ritenuto tra i più esperti in materia urbanistica e meritevole di essere ascoltato anche dagli avversari politici non mi fa vergognare ma mi inorgoglisce quel tanto che basta da non perdere comunque la testa.

Chiariti quali sono i rapporti tra la sinistra e Sboarina, resta da capire quali sono quelli tra il Pd e Tosi. La questione mi riguarda e ci riguarda direttamente perché da una forza che pretendeva i miei voti vorrei sapere che cosa ha intenzione di fare su opere devastanti come il traforo (Tosi ha detto che andrà avanti); sul futuro dell’Arsenale e della Fondazione Arena (verrà confermata la privatizzazione?); su bizzarrie monomaniache come la copertura dell’Arena; sull’urgenza di sanare l’urbanistica e la mobilità cittadine; sulla trasparenza e la competenza amministrativa (una spartizione resta una spartizione, che interessi anche il Pd non ne fa una cosa buona).

E’ purtroppo evidente che la propaganda tosiana ha rotto gli argini anche dentro il Pd locale. Lo dimostra l’allineamento di alcuni parlamentari Pd sulla visione di un Tosi “centrista” (politicamente neutro?), civico, “meglio di Corsi”, quindi meritevole di essere preso in considerazione per un appoggio al secondo turno, certamente da discutere… L’uscita del responsabile nazionale Pd Enti Locali Matteo Ricci ha reso evidente che questo accordo c’è sempre stato, almeno da dicembre 2016, e che io sono stato fatto fuori proprio su quell’altare. Chi spera in ulteriori prove o indizi rimarrà forse deluso: è probabile che il Pd locale per il ballottaggio partorirà la solita posizione arruffata.

L’ora delle scelte non finisce con la fine della campagna elettorale.

Michele Bertucco, Verona in Comune e Sinistra in Comune

Condividi