Traforo: come sempre, ancora e soltanto chiacchiere

13/01/2017 – Il 31 dicembre 2016 avrebbe dovuto essere il giorno della verità per il Traforo: lo scadere dell’ultimatum dell’ultimatum dell’ultimatum avrebbe dovuto rivelarci se il concessionario era in grado o meno di presentare un progetto rispondente alle caratteristiche del bando che ha vinto più di tre anni fa. Invece nulla: la mia richiesta di accesso agli atti, inoltrata quello stesso giorno, ad oggi, venerdì 13 gennaio, rimane ancora inevasa.
Abbiamo soltanto una dichiarazione del Sindaco (come tante ne abbiamo lette e ascoltate in questi dieci anni) in merito alla bancabilità del progetto. A voler essere cattivi sembra proprio l’ennesima sparata per cercare di prendere ancora tempo e coprire un fatto più rilevante: Abertis, di cui tanto si era parlato (o millantato?) negli ultimi mesi, non ne vuole sapere di questo affare, se n’è chiamata fuori.
Guarda un po’, proprio adesso che il traforo sarebbe bancabile, viene a mancare chi lo costruisce.
E chi dovrebbe portare a termine l’iter? La stessa amministrazione ormai incapace di mantenere il numero legale in Consiglio per più di qualche ora? La stessa che – fatto unico nella storia del Comune di Verona – si è appena fatta bocciare il bilancio di previsione da tutte e otto le Circoscrizioni? Stendiamo infine un velo pietoso sulla annunciata eliminazione delle aree di servizio, che prima erano fondamentali per il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario del Pef, mentre ora se ne può fare tranquillamente a meno. Poco male: in ogni caso la gara andrà ripetuta e si andrà ancora alle calende greche.

Michele Bertucco, consigliere comunale

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