Lirica: sì all’apporto dei privati, no alla precarizzazione del lavoro

10/02/2017 – Ammorbidita rispetto ai toni più ruvidi usati in passato, la proposta di Lirica Spa converge su alcuni punti essenziali, peraltro noti da tempo: il problema della Fondazione Arena è il cartellone sempre uguale a se stesso, la mancata valorizzazione del marchio, l’incapacità di parlare ai giovani, gli errori di marketing e via elencando… Ma vogliamo domandarci dov’erano e cosa facevano coloro che in questi anni di crisi avrebbero dovuto provvedere a tutti questi aspetti? Deve intervenire la Fiera per valorizzare il marchio? Ma soprattutto: perché i problemi di gestione e di strategia dovrebbero essere affrontati con la precarizzazione del lavoro? Questo, infatti, è il punto qualificante della proposta, che parla di cooperative per i lavoratori dei laboratori e di contratti pluriennali per gli artisti. In una parola: lo smantellamento del teatro stabile veronese. Noi non pensiamo possa essere la soluzione alla crisi della Fondazione Arena per il semplice motivo che la Fondazione Arena non è solo stagione estiva, è molto di più e molto d’altro. Non siamo contro l’intervento dei privati nella gestione della cosa pubblica ma questo intervento deve condividere un orizzonte che è quello di fare di fare cultura e indotto. L’impressione è che questa proposta sia un modo alternativo per portare a termine il lavoro che il Sindaco non è riuscito a finire quando il Ministero gli ha respinto la richiesta di liquidare la Fondazione Arena.

Michele Bertucco, Verona Piazza Pulita

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