Bissoli e Serit: a volte il silenzio è d’oro

02/02/2017 – Il presidente di Serit Roberto Bissoli non solo non ha chiarito nulla sulla vicenda dei terreni di Rivoli strapagati dall’azienda che amministra ma, se mai ci fossero stati dubbi residui, ha dimostrato una volta di più che è la persona sbagliata nel posto sbagliato. Come fa un presidente che si fa chiamare “Rambo” a dire che “non sa” e “non gli interessano” i termini dell’operazione milionaria che l’azienda che amministra sta portando avanti? Possibile che ancora adesso non si renda conto che nulla aveva da temere dall’eventuale diniego dell’autorizzazione da parte del Comune di Rivoli dal momento che da sempre, sugli impianti, l’autorizzazione provinciale o regionale (che l’azienda non a caso ha chiesto ed ottenuto) vale anche come variante urbanistica che il Comune lo voglia o no? E perché – torniamo dunque al quesito iniziale – complicare l’operazione con una mediazione, il leasing e tutti gli altri elementi che gettano ombre sinistre su questa costosissima vicenda? Stendiamo un velo pietoso anche sull’affermazione che Serit funzionerebbe come un’azienda privata: basta guardare al suo consiglio di amministrazione per capire che è interamente in mano alla formazione politica del Sindaco di Verona: la vicepresidente è Patrizia Dusi, habitué dei consigli di amministrazione come Aptv in era Tosi; Roberto Colognato già vicepresidente di Agec in quota Tosi; Marco Zandomeneghi, consigliere tosiano della Sesta Circoscrizione; Roberta Garbuio, coordinatrice del Faro tosiano di Treviso. E l’organo di vigilanza? C’è Lucia Zocca, che è anche nel collegio sindacale di Agsm; Giovanni Lai, esponente della cosiddetta Csu Veneta che sarà in appoggio a Tosi tra pochi mesi; Andrea Brunelli. Lo stesso Bissoli, dal passato ingombrante, seppure riabilitato, è stato scelto per tutto fuorché per le due doti di manager. Ma chi se la beve?

Michele Bertucco, Verona Piazza Pulita

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